"L'anno scorso ho scoperto la Finlandia; ho cominciato quest'anno scoprendo Firenze. Dopo tutto, è una questione di ordine alfabetico. Tutto ciò ben si addice alla mia nevrosi, che unisce ambizioni enciclopediche e manie rigorosamente metodiche. Prima della Giamaica dovrebbe venire la Francia" Giorgio Manganelli.
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sabato 28 febbraio 2015

Hananuma Masakichi (1832-1895)

 Quando Masakichi aveva cinquant’anni si ammalò di tubercolosi e si persuase di avere poco tempo da vivere. Decise allora di lasciare a una signora di cui si era innamorato una copia di se stesso in legno, che la donna potesse  tenere vicina oltre la malattia e la morte. Iniziò così un lavoro di precisa riproduzione del proprio corpo, compresi occhi, capelli e peli. Invece di impiegare un singolo blocco di legno lo scultore giapponese mise assieme pezzetti e ritagli di legno (più o meno 20.000) congiunti tramite incastri a coda di rondine e colla, senza utilizzare chiodi.  Il lavoro durò tre anni, sino al 1885: e Masakichi completò l’opera con i suoi occhiali, uno scalpello e nella sinistra una maschera.  Visse altri 10 anni in povertà, morendo nel 1895. La sua storia d'amore non andò a buon fine.


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